Il Caffè della Versiliana giovedì 23 luglio “Dall’impresa di Fiume al 25 luglio 1943”

Il Caffè della Versiliana giovedì 23 luglio “Dall’impresa di Fiume al 25 luglio 1943”

Ospite: Pierluigi Vercesi, giornalista, già Direttore di ‘Sette’, inviato speciale del Corriere della Sera

Conduce: Giordano Bruno Guerri

L’incontro, prendendo spunto dagli ultimi due libri di Pierluigi Vercesi, ha spaziato dall’ impresa di Fiume al 25 luglio del 1943 con la disfatta di Mussolini.

Nel presentarsi al pubblico, Pierluigi Vercesi ha raccontato di quando lavorava a La Stampa negli anni ’90, dove si occupava della rubrica culturale. Nel periodo estivo si occupava di scrive articoli su quello che accadeva nel salotto letterario de La Versiliana, senza però esservi mai stato.

Il motivo per cui Pierluigi Vercese ha voluto scrivere un libro su Fiume, pur non essendo un esperto come Giordano Bruno Guerri, è perché ritiene che questo evento storico sia stato spesso bistrattato e mal interpretato. Come dice Guerri, un evento del genere verrebbe celebrato in qualunque altro paese del mondo, ma non Italia dove, soprattutto tra gli anni 60’ e 90’, la storiografia è stata ostaggio dell’ideologia antifascista. Infatti questa impresa storica viene spesso associata al Fascismo, cosa che sia Guerri che Vercesi disconoscono con fermezza.

La portata rivoluzionaria dell’impresa di Fiume, compiuta da dei giovani che volevano cambiare il mondo e alcuni storici l’hanno definita un’anticipazione del 48, è nota in tutto il mondo. A capo di questa impresa vi è per la prima volta un poeta, Gabriele D’Annunzio, che grazie al suo fascino e alla sua notorietà (era l’italiano più conosciuto al mondo) riuscì a conquistare Fiume senza sparare un colpo.

Seguirono 16 mesi di “festa” durante i quali Fiume divenne un laboratorio sia politico che culturale, con una costituzione, denominata “Carta del Carnaro”, innovativa e anticipatrice di una serie di temi che in Italia diventeranno legge solo molti anni dopo (voto ed eleggibilità delle donne, divorzio, …).

Altro tema dibattuto è stata l’etichetta di fascista spesso attribuita al “Vate” Gabriele D’Annunzio. Anche su questo i due scrittori concordano che si tratti di un falso storico come ampiamente provato anche dalla corrispondenza che c’è stata tra D’Annunzio e il Duce.

In chiusura dell’incontro, accennando al suo ultimo libro, Pierluigi Vercese ha raccontato come il Fascismo sia morto proprio per mano dei fascisti stessi.

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