Incontro al Caffè de La Versiliana del 24 agosto 2020   Dalla filosofia alla robotica: l’uomo incontra l’intelligenza artificiale

Incontro al Caffè de La Versiliana del 24 agosto 2020   Dalla filosofia alla robotica: l’uomo incontra l’intelligenza artificiale

ospiti:

Maria Chiara Carrozza, Politica, ingegnere, già Ministro dell’Istruzione

Adriano Fabris, Professore ordinario di Filosofia morale all’Università di Pisa, Direttore del Centro interdisciplinare di ricerche e di servizi sulla comunicazione (C.I.Co.)

Conducono: Alessandro Montefameglio e Massimiliano Montefameglio

 

Ieri sono stati ospiti a l’incontri al Caffè Maria Chiara Carrozza e Adriano Fabris con i quali si è parlato del legame tra filosofia, e in particolar modo l’etica, e intelligenza artificiale. L’incontro ha avuto inizio con l’ex ministro Carrozza che ha spiegato che cos’è l’intelligenza artificiale, definendola come una disciplina che elabora degli input per ottenere degli output mediante algoritmi che emulano o che sono simili al pensiero umano.

Ci si è inoltre chiesti se l’intelligenza artificiale possa provare dei sentimenti, ed è stato risposto che ancora oggi ciò non avviene ma non è detto che questo non possa accadere in futuro.

Attraverso l’esempio delle automobili a guida autonoma, è stato illustrato dal Prof. Fabris come sia possibile dire che l’intelligenza artificiale ha un minimo di libertà decisionale, e come questa libertà introduca problemi etici (ad esempio nella scelta tra investire un passante o provocare un incidente mortale per i passeggeri).

Alla dottoressa Maria Chiara Carrozza è stato chiesto se sia possibile affezionarsi ad uno strumento dotato di intelligenza artificiale, e lei ha affermato che di questi casi ve ne sono per fortuna molto pochi. Ma parlando della sua esperienza di applicazione della robotica nell’ambito medico, dove l’intelligenza artificiale viene utilizzata con robot che aiutano il paziente nella riabilitazione psico-motoria mediante esercizi di vario genere, è molto importante che il quale il paziente instauri un rapporto di empatia con la macchina perché la terapia sia efficace. La cosa importante per Maria Chiara Carrozza è che il paziente sappia che sta interagendo con una macchina e non con una persona fisica, ciò che lei chiama consenso informato.

Al termine dell’incontro gli ospiti hanno raccontato i loro progetti futuri.

 

Luca Imposimato

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